La corretta gestione dei boschi è fondamentale per proteggere il nostro patrimonio forestale

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Gestione attiva, prevenzione e consapevolezza sono i modi sicuri ed economici per ridurre il rischio degli incendi nelle aree forestali e nei boschi. A ribadirlo è il PEFC Italia (Programme for Endorsement of Forest Certification schemes), l’ente promotore della corretta e sostenibile gestione del patrimonio forestale: con l’arrivo della stagione estiva torna infatti in maniera più evidente il rischio di incendi per il patrimonio boschivo italiano.

Lo scorso anno, secondo i dati diffusi da Copernicus Atmosphere Monitoring Service (CAMS), la combinazione dell’ondata di calore di agosto con le prolungate condizioni di siccità in tutta l’Europa occidentale ha determinato un aumento dell’attività, dell’intensità e della persistenza degli incendi boschivi che hanno causato l’emissione di 6,4 megatonnellate di carbonio, il livello più alto per questi mesi dall’estate del 2007[1]. Un’emergenza che riguarda anche l’Italia, dove nel 2022 sono andati in fumo 58.751 ettari di bosco, causati da 451 incendi[2]. Per l’estate 2023 l’Europa già corre ai ripari: il commissario europeo per la gestione delle crisi, Janez Lenarcic, ha infatti annunciato che l’Unione europea raddoppierà la capacità della sua flotta antincendio rescEU, che salirà da 13 a 28 aeromobili nel complesso[3].

Su boschi e foreste grava infatti il rischio, soprattutto in estate, dello scoppio di incendi dovuti a siccità, temperature sopra la media dovute al cambiamento climatico, venti caldi, sottobosco asciutto, incuria, mancata gestione e aumento dell’afflusso turistico e della presenza antropica. Proprio per questo è fondamentale la prevenzione, che può avvenire attraverso una corretta gestione del patrimonio boschivo e che rappresenta il metodo più economico ed efficace per minimizzare i danni provocati dagli incendi

Secondo un’analisi del PEFC, infatti, i boschi gestiti e in particolare quelli certificati per la gestione forestale sostenibile, attiva e consapevole, hanno una probabilità di essere interessati da incendi in misura fino a 9 volte inferiore rispetto a quelli non certificati. Infatti, analizzando gli eventi del 2017, anno in cui gli incendi hanno colpito fortemente il Paese, della superficie a bosco non certificata l’1,24% è andato a fuoco, mentre della superficie certificata PEFC solo lo 0,24%. In più, PEFC Italia ha calcolato che spegnere un incendio costa fino a 8 volte più che prevenirlo.

La minore incidenza di incendi nelle aree certificate è dovuta al monitoraggio costante,  agli interventi di prevenzione e alla migliore accessibilità. A causare gli incendi contribuisce senza dubbio anche la mancanza di una gestione delle foreste, oltre che il cambiamento climatico e le azioni dell’uomo, cui sono imputabili il 75% degli episodi[4].

“La crisi climatica in corso sta già producendo anche sul nostro territorio un aumento delle temperature e accentua la probabilità e l’intensità degli eventi climatici anomali, come ad esempio: la prolungata siccità a cavallo fra 2022 e 2023, l’inverno eccezionalmente mite, la grande alluvione in Emilia Romagna, la recrudescenza degli attacchi del bostrico nelle foreste alpine di abete rosso colpite da Vaia nel 2018”, sottolinea Francesco Dellagiacoma, Presidente PEFC Italia. “Gli incendi forestali sono uno dei rischi gravi che vengono accentuati dal riscaldamento del clima. Gestione attiva e monitoraggio del patrimonio forestale, da sempre sostenuti dal PEFC come strategie fondamentali per limitare il rischio incendi e difendere boschi e foreste, sono purtroppo finanziate e messe in pratica ancora in modo insufficiente. Questo fa sì che ogni anno si lavori soltanto in emergenza, con uno spreco enorme di risorse che potrebbero essere destinate alla corretta gestione delle foreste e creando lavoro”.

I boschi non soltanto tutelano l’equilibrio idrogeologico e producono ossigeno, ma sono anche in grado di stoccare grandi quantità di CO2 che viene però rilasciata nel momento in cui vanno a  fuoco, insieme a grandi quantità di polveri sottili. Nelle aree a rischio incendio correttamente gestite vengono rispettate una serie di regole e di procedure di responsabilità verso il patrimonio forestale, c’è più sorveglianza e monitoraggio, e questo riduce gli incendi dolosi, viene limitata la quantità di materiale incendiabile con attività di diradamento, di pulizia del sottobosco e controllo della quantità di potenziali inneschi.

“La programmazione efficace e attenta di questi interventi – spiega Antonio Brunori, Segretario Generale PEFC Italia – consente tra  l’altro di garantire la produzione di importanti servizi ecosistemici forestali, valutabili attraverso lo  standard sui Servizi Ecosistemici del PEFC Italia: si tratta di  benefici ‘immateriali’ forniti dal bosco, che consentono di prevenire dissesto idrogeologico ed erosione del suolo, tutelare la biodiversità, mitigare le temperature, offrire servizi turistico-ricreativi migliori e incrementare lo stoccaggio del carbonio contrastando il cambiamento climatico”.

Tra le azioni necessarie a prevenire gli incendi che amministrazioni e gestori privati dovrebbero mettere in atto (condizione per ottenere la certificazione di Gestione Sostenibile delle foreste nelle aree soggette a rischio incendio), PEFC Italia ribadisce quindi la corretta programmazione nel taglio degli alberi (che facilita la crescita degli alberi più giovani e riduce quelli malati e secchi, molto più a rischio d’incendio) e la pulizia del sottobosco nelle aree a maggior rischio. Vanno tenuti sotto controllo e smaltiti adeguatamente anche i rifiuti abbandonati in prossimità delle aree boschive urbane e periurbane, molto pericolosi per la salute nel caso in cui prendessero fuoco. Fondamentale è poi la creazione di punti d’acqua e la presenza di una viabilità forestale che permetta ai Vigili del Fuoco e ai corpi Anti Incendio Boschivi (AIB) interventi rapidi e con attrezzatura adeguata in caso d’incendio. L’efficacia delle misure di prevenzione è dimostrata dal minor impatto degli incendi nelle aree certificate e soggette a gestione attiva (in termini di superficie media per evento).


Allo stesso tempo, spiega PEFC Italia, è fondamentale coinvolgere i cittadini e i turisti attraverso adeguate campagne di sensibilizzazione che ribadiscano le norme basilari di sicurezza per evitare incendi di natura colposa. È sempre vietato, ad esempio, accendere fuochi al di fuori delle aree predisposte, e bisogna evitare di farlo in ogni caso se il vento è forte, perché braci e scintille potrebbero sollevarsi e dare fuoco alla vegetazione; non fumare e non usare  fiammiferi, riportando sempre tutto a casa e smaltendo correttamente ogni rifiuto. In caso di incendio, infine, bisogna immediatamente chiamare i Vigili del Fuoco (115) – o le autorità preposte a livello locale – e allontanarsi in fretta.

Fonte: comunicato stampa