Falsi miti sul biometano

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Punti chiave

  • Gli impianti di biometano combattono il cambiamento climatico digerendo i rifiuti organici, riducendo le emissioni di gas serra dalle discariche e producendo carburanti rinnovabili.
  • I settori del trasporto elettrico e del biometano hanno scopi diversi: il primo è adatto alle brevi distanze e ai veicoli di piccole dimensioni, mentre il biometano è ottimale per il trasporto pesante.
  • L’UE mira ad aumentare la capacità di produzione di biometano fino a 6,5 miliardi di metri cubi all’anno ed anche Nord America, Cina ed Africa hanno in programma di incrementare la produzione di biometano e aumentare la propria sicurezza energetica.
  • Il biometano deriva da materia organica di recente formazione e non contribuisce al cambiamento climatico come il metano fossile. È carbon-negative e previene le emissioni dovute alla decomposizione dei rifiuti in discarica.

MITO: Gli impianti di biometano inquinano

Gli impianti di biometano non inquinano. Al contrario, questi impianti combattono il cambiamento climatico! Gli impianti di biometano digeriscono in modo anaerobico gli scarti alimentari, le acque reflue e altri rifiuti organici, evitando così di conferirli in discarica. Nelle discariche, questi tipi di rifiuti creano emissioni di gas serra quando si decompongono. La digestione dei rifiuti organici negli impianti di biometano riduce quindi le emissioni di gas serra prodotte dalle discariche. Inoltre, questi impianti producono combustibili rinnovabili che vengono utilizzati al posto dei combustibili fossili.

MITO: Gli impianti di biometano emettono odori sgradevoli

Gli impianti per la produzione di biometano non emettono cattivi odori. Quest’ultimi possono derivare dal trasporto e dallo stoccaggio della materia prima. Per questo motivo, gli impianti moderni prevedono ambienti chiusi, equipaggiati con filtraggio e trattamento dell’aria. 

MITO: I settori del trasporto elettrico e del biometano sono in concorrenza tra loro

I settori del trasporto elettrico e del biometano non sono in concorrenza. Al contrario, essi si compensano per funzioni diverse. Il trasporto elettrico è ottimale per le brevi distanze e per i veicoli di piccole dimensioni. I veicoli elettrici hanno un’autonomia di guida limitata e minori possibilità di ricarica. Il biometano è ottimale per il settore dei trasporti pesanti e porterà al raggiungimento dell’obiettivo UE di almeno il 14% dell’energia consumata nel settore dei trasporti, entro il 2030. Inoltre, disponiamo già di una infrastruttura di distribuzione tra le più sviluppate in quanto è possibile immettere il biometano nella rete del gas naturale che si estende per ben 41’000 km in tutta Italia!

MITO: Non c’è abbastanza biometano per fare la differenza nella lotta al cambiamento climatico

Il biometano può ridurre le emissioni globali di gas serra del 18-20% utilizzando varie sorgenti di rifiuti. Il biogas può essere utilizzato per l’elettricità e il calore, e il biometano può essere immesso nella rete e miscelato con il gas naturale per ridurre le emissioni. Il biometano può essere generato da rifiuti come le discariche e le acque reflue e può anche prevenire le emissioni di metano dai sistemi di gestione del letame. Il raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra fissati da vari Stati, province e Paesi dipenderà in modo significativo dal biometano.

Unione Europea

L’UE mira a ridurre le emissioni di gas serra del 55% entro il 2030 (rispetto ai livelli del 1990). Di conseguenza, agli Stati membri è stato chiesto di aumentare la capacità di produzione di biometano da 3 miliardi di m3 (metri cubi) a 6,5 miliardi di m3 all’anno.

Nord America

L’industria del biogas negli Stati Uniti ha un grande potenziale di crescita, con oltre 15.000 nuovi siti pronti per lo sviluppo. Se i nuovi impianti venissero sviluppati completamente in questi siti, potrebbero produrre 103.000 miliardi di chilowattora di elettricità all’anno, riducendo le emissioni equivalenti alla rimozione dalla strada di 117 milioni di veicoli con motore a combustione interna, ovvero più di tutti i veicoli passeggeri registrati negli Stati Uniti!

Cina

Il governo cinese mira ad aumentare la produzione annua di biometano a più di 15 bcm entro il 2025 e a 30 bcm entro il 2030. Un migliore utilizzo del biometano contribuirà a ridurre l’inquinamento da rifiuti agricoli e forestali e a migliorare i settori agricolo e forestale. Lo sviluppo del biometano compenserà la domanda di combustibili fossili e migliorerà la sicurezza energetica.

Africa

Infine, in Africa sono stati concordati impegni politici e obiettivi specifici per raggiungere l’obiettivo “net zero” o l’impegno a ridurre le emissioni di metano.

MITO: L’uso del biometano come carburante emette anidride carbonica e non è diverso dalla combustione di metano fossile

Il metano e il biometano sono entrambi gas costituiti dalla stessa molecola, il CH4. Ma la fonte di questo gas metano fa la differenza nel contribuire al cambiamento climatico. La maggior parte del metano utilizzato oggi è una fonte di energia fossile, cioè si è formata nel corso di milioni di anni quando piante e animali sono morti e sono stati gradualmente sepolti da strati di roccia. Quando la società estrae e brucia il metano, rilascia nell’atmosfera anidride carbonica (CO2) da questo materiale a base di carbonio che era stato immagazzinato nelle profondità della terra. Questa CO2 contribuisce all’effetto serra, causa del riscaldamento globale.

Il biometano, invece, deriva da materia organica formatasi poco tempo fa, non milioni di anni fa. Questo materiale organico, come il materiale vegetale raccolto nei cassonetti, ha assorbito solo di recente l’anidride carbonica dall’atmosfera e quando viene bruciato non rilascia più anidride carbonica di quella assorbita durante la crescita. Di conseguenza, il bilancio tra la CO2 assorbita e quella rilasciata rimane neutro.

Inoltre, quando utilizziamo i rifiuti organici per produrre biometano, evitiamo le emissioni che altrimenti si sarebbero verificate se i rifiuti si fossero decomposti in una discarica. Ecco perché questo combustibile può essere considerato carbon-negative, in quanto il suo utilizzo rilascia meno gas serra di quelli che sarebbero stati emessi se fossero stati messi in discarica.

MITO: La sicurezza e la produzione alimentare sono danneggiate dalla produzione di colture per i biocarburanti

L’EBA dimostra che una corretta produzione di biogas basata su colture sequenziali è un’attività sostenibile. In primo luogo, il biogas con colture sequenziali non solo è carbon neutral, ma è anche carbon negative dal punto di vista delle emissioni di carbonio. Inoltre, la critica secondo cui l’espansione della produzione di biogas comporterebbe un aumento del patrimonio zootecnico è di per sé sbagliata. Se basata su colture sequenziali, la produzione di biogas agricolo si basa in misura minore sull’apporto di letame da parte del bestiame. Infine, le colture sequenziali migliorano il suolo (C-Farming e biodiversità del suolo).

Oltre il 70% del biogas italiano è prodotto da flussi agricoli. Con lo slogan “Biogas Done Right”, il settore italiano del biogas ha sviluppato un quadro di riferimento per l’agricoltura sostenibile con l’obiettivo di sfruttare meglio i terreni agricoli attraverso la doppia o multipla coltivazione e di utilizzare la biomassa aggiuntiva per la produzione di biogas e biometano.

La ricerca e l’articolo sono stati realizzati da Anaergia. Fonte: comunicato stampa