Cause e conseguenze dei cambiamenti climatici in 5 documentari

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Il 2023 potrebbe diventare l’anno più caldo mai registrato. Dopo una primavera e un’estate segnate da termometri alle stelle, alluvioni e incendi, ottobre è stato il quinto mese consecutivo di temperature record a livello globale e il 17 novembre verrà ricordato come il primo giorno in cui la temperatura media mondiale ha superato i 2°C rispetto ai livelli pre-industriali. Limitare il riscaldamento globale a 1,5°C entro la fine del secolo, come deciso nel 2015 con l’Accordo di Parigi, si sta quindi rivelando un obiettivo più arduo del previsto.

Per sensibilizzare sul tema, in occasione dei colloqui sul clima della COP28, la piattaforma di streaming europea arte.tv presenta una serie di contenuti legati al cambiamento climatico che, attraverso reportage e analisi, si interrogano sulle cause e sulle conseguenze dell’emergenza, così come sulle possibili soluzioni.

Tutti i titoli sono fruibili gratuitamente, con sottotitoli in italiano, sul sito arte.tv/it o sulle app della piattaforma disponibili per smart TV, Fire TV, Apple TV e dispositivi mobili.

Emergenza climatica: un problema globale

Desertificazione, siccità, tempeste, alluvioni: gli effetti del cambiamento climatico sono evidenti e c’è urgente bisogno di agire. Emergenza climatica: un problema globale è una collezione composta da sedici contenuti che analizzano le sfide del cambiamento climatico. Ad aprire la serie è COP28: quale il ruolo dell’Europa?, che si interroga sull’impegno dell’Unione Europea e sui traguardi raggiunti finora dal Vecchio Continente, analizzati dagli esperti di ARTE Europa Settegiorni proprio in occasione dei più recenti colloqui sul clima.

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Di Pianeta ce n’è uno solo!

La preoccupazione per le sorti del Pianeta e per il clima spinge molti individui a manifestare e a scendere in piazza sono soprattutto i giovani, che aspirano a un futuro sostenibile e sfidano modelli di pensiero e di comportamento che affondano le radici nel passato. Ma i ragazzi come vivono la situazione attuale e come giudicano le risposte politiche date finora? Cosa significa concretamente il concetto di “sostenibilità” e quali dovrebbero essere le misure prioritarie? A dare risposta a queste domande è la collezione Di Pianeta ce n’è uno solo!, che, attraverso venticinque documentari, spazia dal tema delle auto elettriche a quello dei rifiuti tessili ed elettronici.

L’arte contro il cambiamento climatico – Twist

Tra incendi devastanti, scioglimento dei ghiacciai e piogge torrenziali, l’Europa è in ginocchio. Per sensibilizzare sul tema e sulle drammatiche conseguenze collegate allo stravolgimento del clima, in L’arte contro il cambiamento climatico – Twist, musicisti e artisti si rivolgono all’opinione pubblica sfruttando i diversi linguaggi delle loro opere. Ma l’arte può davvero fare la differenza?

Gaialand – Tra sogno e incubo ambientalista

Nella Parigi degli anni Ottanta, intuita l’imminente catastrofe ambientale, un gruppo di giovani idealisti, guidato da un misterioso sciamano, vuole dimostrare che un altro modo di vivere è possibile. Iniziano così a praticare il veganesimo, ad aprire negozi biologici e a vivere in teepee tra i palazzi, mentre le famiglie e la stampa li considerano dei “plagiati”. Inizia così una lunga marcia ecologica attraverso l’Europa che porterà la “tribù” a stabilirsi in Finlandia per vivere l’utopia di una vita in armonia con la natura. A raccontare la loro storia è la serie in quattro episodi Gaialand.

Argentina: il futuro dei ghiacciai della Patagonia

Tra il 2000 e il 2018, i ghiacci della Patagonia argentina hanno perso volume a un ritmo allarmante. Nel parco nazionale Los Glaciares, mentre lo spessore del ghiacciaio Upsala si ridimensiona ogni anno di 20 metri, il Perito Moreno, con i suoi 250 chilometri quadrati di estensione, resta eccezionalmente in equilibrio, benché preda di ingenti flussi turistici. Il reportage Argentina: il futuro dei ghiacciai della Patagonia presenta una panoramica della situazione coinvolgendo anche scienziati e membri delle comunità locali Mapuche e Tehuelche, che denunciano inoltre gli effetti sull’ecosistema della costruzione di due dighe idroelettriche.

Fonte: comunicato stampa