In trent’anni le emissioni di gas serra del settore agricolo sono scese del 21%, lo afferma uno studio Eurostat

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Buone notizie: l’impegno nel settore dell’agricoltura per ridurre le emissioni climalteranti dà i suoi frutti. Secondo uno studio dell’Eurostat recentemente divulgato, l’Europa, negli ultimi 30 anni, ha assistito ad un calo delle emissioni in diversi settori, tra i quali spicca quello dell’agricoltura. Al contrario di alcuni altri campi, come quello dei trasporti, che hanno registrato un aumento. 

Lo studio dell’ufficio statistico cui facciamo riferimento è quello dedicato all’analisi delle emissioni dei gas climalteranti in Europa nel trentennio che va dal 1990 al 2020.

Il taglio dei gas a effetto serra è uno dei diversi obiettivi posti dall’Unione Europea per contrastare i cambiamenti climatici. Infatti, entro il 2050 il nostro continente dovrà raggiungere non solo la neutralità climatica ma, entro il 2030, anche una riduzione delle emissioni del 60% rispetto all’anno “zero”, ovvero il 1990. Questo sarà possibile grazie ad un lavoro di riduzione e compensazione delle stesse.  

Cosa rivelano i dati in merito alle emissioni del comparto agricolo

Secondo i dati Eurostat, dal confronto tra il 1990 e il 2020 si nota come le emissioni del comparto agricolo europeo siano scese del 21%. L’analisi rivela anche che fino al 2015 il calo è stato più sostenuto e, secondo le previsioni, entro il 2030 la diminuzione sarà inferiore rispetto agli anni passati, circa il 2%. Secondo l’AEA, per riuscire a far fronte agli obiettivi di neutralità fissati entro il 2050, l’Europa dovrebbe prevedere l’adozione di misure aggiuntive, che portino ad una riduzione del 5%. . 

In Italia, basandosi sui dati divulgati dall’ISPRA, solo il 7% delle emissioni di gas ad effetto serra sono da ricondurre all’agricoltura, un esempio virtuoso se teniamo in considerazione il fatto che, secondo le analisi FAO, a livello mondiale il comparto agricolo è responsabile di circa un terzo delle emissioni totali. 

Scendendo ancor più nel dettaglio del comparto, se guardiamo i dati del solo settore dell’allevamento, le emissioni di questo nel nostro Paese risultano poco più del 5% sempre secondo i dati ISPRA, contro il 14,5% rilevato dalla FAO a livello globale.

Passando all’Europa, grazie ai dati Eurostat scopriamo che l’agricoltura ha ridotto le emissioni per un totale di 100 milioni di tonnellate di CO2 equivalente nel trentennio 1990-2020. A contribuire a tale calo è stato anche il settore dell’allevamento, che ha registrato una riduzione del 22% del metano e un taglio sempre del 22% della quota di GHG relativa ai liquami, ovvero metano e azoto. 

“Sia i dati Eurostat che FAO rivelano che né l’agricoltura né tantomeno l’allevamento sono il principale nemico del clima. Ricordiamo che sono le uniche attività umane che emettono CO2, ma che al tempo stesso ne assorbono”, ci spiega il Professor Giuseppe Pulina, docente di Zootecnica Speciale presso l’Università di Sassari e presidente dell’Associazione Carni Sostenibili: “Inoltre, osservando questi dati, bisogna sempre tenere presente che, almeno per quanto riguarda l’Unione europea, gli esperti valutano il modello business as usual (BAU), ma in tutto il mondo si sta lavorando per ridurre efficacemente le emissioni di metano provenienti dagli allevamenti. Ad esempio, il solo 3-nitroossipropanolo, un composto organico che inibisce la metanogenesi dei ruminanti, quando gli viene somministrato, riduce l’impronta di carbonio del latte del 30%! Sono molti i Paesi che hanno un piano strategico per il pacchetto “Fit for 55”, serie di proposte legislative per raggiungere entro il 2030 obiettivi del Green Deal quali la riduzione delle emissioni di gas serra del 55% rispetto ai livelli del 1990 (obiettivo finale è la “carbon neutrality” – conclude il Professore – per cui noi ci aspettiamo di più)”.

Cosa accade nel settore dei trasporti

Sempre secondo i dati Eurostat riferiti all’ultimo trentennio, il settore dei trasporti ha, in controtendenza con la maggior parte degli ambiti analizzati dal report, registrato un aumento del 7% delle emissioni climalteranti, pari a 50 milioni di tonnellate. A livello Europeo, il comparto è responsabile del 23,2% delle emissioni, al secondo posto nella “classifica” settoriale. Al primo posto troviamo l’ambito energetico con il 23,3%, settore che, però, ha assistito ad un calo del 46% delle emissioni nel trentennio analizzato.  

In quest’ottica, puntare sulle economie locali diventa fondamentale e, infatti, questa è una delle buone pratiche individuate dal Global Footprint Network per spostare in avanti la data dell’Earth Overshootday, con particolare attenzione all’alimentazione visto e considerato che i trasporti rappresentano circa l’11% delle emissioni di carbonio associate alla produzione alimentare. https://www.carnisostenibili.it/overshoot-day-buone-pratiche-agricole-e-alimentari-per-ridurlo/ 

Per saperne di più vi invitiamo a leggere l’articolo di Carni Sostenibili dedicato: https://www.carnisostenibili.it/eurostat-le-emissioni-di-gas-serra-in-europa-del-settore-agricolo-continuano-a-calare/ 

Foto: Ludovica Nati