Rinnovabili, biogas e idrogeno verde grazie al comparto agricolo per superare la crisi energetica e non solo

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Oggi sempre più famiglie e imprese stanno facendo i conti con il caro energia. Le bollette energetiche sono infatti triplicate con gravi ripercussioni sia sulle economie domestiche che su quelle industriali. Nello specifico è negli ultimi mesi che si è assistito ad un’impennata vertiginosa dei prezzi dovuta principalmente al conflitto Russo-Ucraino e che trae origine dalla mancata autonomia del nostro Paese rispetto alle fonti energetiche più utilizzate che ancora oggi sono prevalentemente di origine fossile e che acquistiamo al di fuori dei nostri confini. Come invertire questa tendenza?

La soluzione nella diversificazione

La crisi energetica, ma anche quella climatica che incombe sul Pianeta, impone di ripensare il sistema delle fonti energetiche verso una maggiore  diversificazione che si apra sempre di più alle rinnovabili ma anche al biogas con lo scopo sia di tagliare i costi, grazie al raggiungimento di una maggiore autonomia, sia le emissioni inquinanti legate alla produzione di energia proveniente da fonti fossili (carbone, petrolio e gas).

In questa direzione va il piano REPowerEU presentato recentemente dalla Commissione Europea e volto ad accelerare la transizione energetica verso fonti pulite attraverso il sostegno  alla diversificazione dell’approvvigionamento energetico che consentirebbe di dare un taglio anche al gas russo importato di ben i due terzi entro il 2022. Come sottolineato dalla Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen “Prima passeremo alle energie rinnovabili e all’idrogeno, combinati con una maggiore efficienza energetica, prima saremo veramente indipendenti e padroneggeremo il nostro sistema energetico”.

Per giungere ad un’autonomia dell’Italia sarà quindi fondamentale puntare su eolico, solare, geotermico ma anche su fonti quali il biometano e l’idrogeno verde che può essere prodotto dal biogas. Ed è proprio in quest’ultimo caso che stanno emergendo aspetti importanti circa il connubio tra la zootecnia e l’economia circolare.

Biogas e biometano per una maggiore indipendenza

Già nel report dell’ Intergovernmental Panel on climate change (IPCC) pubblicato ad aprile 2022 si sottolinea come in riferimento al biogas e al biometano “Rifiuti e scarti (ad es. provenienti dall’agricoltura, dalla silvicoltura, dalla lavorazione del letame animale o dalla biomassa coltivata su terreni degradati) eccedentari e marginali possono offrire opportunità per una bioenergia economicamente vantaggiosa e sostenibile su scala significativa”.

In particolare la strategia Europea, che punta ad una maggiore autonomia energetica del vecchio continente, prevede di decuplicare la produzione di biometano nel giro di pochi anni. 

L’autonomia non passa però solo per le fonti energetiche, come evidenziato nell’articolo pubblicato sulla rivista Carni Sostenibili dal titolo “L’indipendenza dalla Russia passa anche dal biogas e dai concimi naturali” , c’è un altro aspetto che deve essere preso in considerazione e che riguarda il comparto dei fertilizzanti.

Dai biodigestori per il biogas anche fertilizzanti naturali

Sapevate che uno dei più grandi produttori al mondo di fertilizzanti è la Russia? A causa delle sanzioni che gli sono state imposte dalla comunità internazionale, e che riguardano anche l’import ed export di vari prodotti, sono scaturiti problemi per il reperimento dei fertilizzanti di sintesi che provengono da questo Paese. Problematiche che non sussisterebbe se anche in questo ambito si raggiungesse una maggiore autonomia, ma da dove iniziare? Dai biodigestori impiegati per produrre biogas e quindi biometano dai quali si possono ottenere anche fertilizzanti naturali. Il problema? Che ad oggi mancano ancora le autorizzazioni per l’impiego di questo concime ma le cose stanno cambiando.

Una buona notizia è infatti giunta da poco ed è contenuta nel DL Taglia Prezzi che ha riconosciuto al digestato ( il residuo del processo di digestione anaerobica) il valore di fertilizzante consentendo di introdurre un’alternativa ecosostenibile  ai fertilizzanti di sintesi di origine russa.  

Anche da questa strada passa quindi il viaggio del nostro Paese verso una maggiore indipendenza e verso un’economia green che ha nelle sue fondamenta i principi dell’economia circolare.