Criticità rifiuti nella striscia di Gaza italiana coop. ERICA in missione

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ERICA, cooperativa albese tra le più grandi esperte di riduzione dei rifiuti, sarà al servizio di una delle zone più critiche al mondo: la Striscia di Gaza con l’obiettivo di realizzare un progetto di gestione dei rifiuti all’interno di otto campi profughi della Striscia di Gaza.

Della striscia di Gaza si parla sempre in merito alle criticità legate ai diritti umani. Ma, come conseguenza della situazione di crisi, sono problematici molti altri aspetti come quelli ambientali: “per il sovraffollamento (è infatti l’area più densamente abitata al mondo) e per la difficoltà ad approvvigionarsi di materie prime e anche di beni primari quali l’acqua e l’energia elettrica (che è fornita solo per alcune ore al giorno)”. ci specificano da Erica.

L’attuale situazione a Gaza

“Il servizio di raccolta rifiuti è al momento svolto in modo saltuario e con mezzi spesso non motorizzati, a causa della difficoltà a far entrare nel territorio della Striscia forniture dall’esterno. Inoltre, i siti di conferimento dei rifiuti (raccolti oggi in modo indifferenziato) sono spesso discariche non controllate, con conseguenti rischi per la salute pubblica” ci ha specificato Roberto Cavallo, amministratore delegato della Coop., che coi tecnici della cooperativa è in partenza per una prima missione conoscitiva nei campi profughi.

Il piano

La proposta prevede lo studio della situazione nell’area di Gaza in termini di raccolta dei rifiuti in collaborazione con l’agenzia dell’ONU presente sul territorio e con le autorità locali, per definire poi un progetto operativo che consenta il miglioramento delle condizioni sanitarie e di vita per i residenti, a partire dal servizio di raccolta dei rifiuti” ha proseguito Cavallo.

Il piano verrà realizzato prima in un campo profughi con l’obiettivo di coinvolgere attivamente la popolazione locale e gli studenti, “in modo da creare un progetto applicabile al territorio e che possa portare dei benefici quali l’introduzione delle raccolte differenziate con recupero di materiali e la riduzione della necessità di discariche, ma anche la valorizzazione e trasformazione in compost della frazione organica, che in un’area desertica può garantire una maggiore fertilità dei terreni e una minore necessità di utilizzare l’acqua per l’irrigazione”.

Attendiamo il rientro dalla prima missione conoscitiva per sapere se un piccolo pezzo di Eco-Italia potrà essere d’esempio e di supporto oltrefrontiera.