Settimana del Pianeta Terra: l’Italia apre il patrimonio naturalistico, dalle orme preistoriche ai palazzi di Milano

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Misteriose impronte, lasciate da un essere soprannaturale capace di camminare sulla lava incandescente senza venire incenerito: le orme presenti sulle pendici del vulcano spento di Roccamonfina non potevano che essere di un diavolo.

Nasce così la tradizione delle Ciampate del Diavolo: in realtà il geosito, che si trova nei pressi del comune di Tora e Piccilli (Caserta), non custodisce le orme di un essere diabolico, bensì le tracce lasciate dai primi italiani.

E’ un luogo dallo straordinario potenziale paleontologico”, spiega Adolfo Panarello, dottore di ricerca dell’università di Cassino e del Lazio Meridionale che da oltre 15 anni cura le ricerche sul sito. Gli studi presso le Ciampate del Diavolo hanno permesso di portare alla luce la verità: si tratta di almeno 46 orme fossili umane di epoca preistorica, organizzate in almeno due piste discendenti un pendio molto ripido. La datazione rivela un’epoca antichissima, intorno ai 350.000 anni fa.

Per scoprire da vicino le Ciampate del Diavolo basterà partecipare al convegno e all’escursione che si svolgeranno il 20 e il 21 ottobre in occasione della Settimana del Pianeta Terra, il festival nazionale delle Geoscienze che si svolge dal 15 al 22 ottobre e che apre le porte del patrimonio naturale e geologico italiano. “Con la Settimana del Pianeta Terra vogliamo mettere a disposizione di tutti gli italiani l’enorme patrimonio geologico, naturale e culturale che abbiamo a disposizione”, aggiunge Silvio Seno, professore ordinario di Geologia strutturale presso l’Università degli Studi di Pavia e co-responsabile della Settimana del Pianeta Terra. Non solo scienza, ma anche enogastronomia, storia, arte e cultura, per un totale di 204 appuntamenti che coinvolgeranno 172 località italiane. “Vulcani, terremoti, laghi e orme preistoriche: grazie a musei, parchi naturali, università ed enti di ricerca proporremo in ogni parte d’Italia Geoeventi che faranno conoscere a tutti il ruolo delle Geoscienze e il loro ruolo strategico per il nostro futuro”, aggiunge Rodolfo Coccioni, professore ordinario di Paleontologia all’Università degli Studi di Urbino e co-responsabile della Settimana del Pianeta Terra.

Oltre a geositi archeologici e paleontologici come quello delle Ciampate del Diavolo, con la Settimana del Pianeta Terra sarà possibile conoscere da vicino la vita dei minatori, con visite guidate arricchite da momenti straordinari: nel sito minerario di Servette in Valle d’Aosta ci saranno interventi musicali in punti significativi del sito, una sessione artistico-creativa ispirata al colore caratteristico del fango delle gallerie che, in tutte le sue sfumature, diventerà materia ed elemento cromatico per creare personalissime opere d’arte. In Sicilia, a San Cataldo, la miniera di Gabbara farà da sfondo alla rappresentazione teatrale della vita delle miniere e dello sfruttamento dei “Carusi”, nonché della novella di Pirandello “Ciaula scopre la luna”. Si potrà passeggiare per il centro di Roma scoprendo le tracce che i terremoti del passato hanno lasciato su alcuni dei più importanti monumenti della Capitale: dal Colosseo alla colonna Aureliana, passando per le torri medievali dei Conti e delle Milizie e per la colonna Traiana. A Milano invece i cittadini più curiosi saranno accompagnati lungo un percorso inedito alla scoperta delle pietre selezionate da progettisti, famosi e non, che sono poi state tagliate, lavorate e posate da artigiani straordinariamente capaci negli ingressi dei palazzi della città, per renderli preziosi, accoglienti ed eleganti. Per gli amanti del mare, consigliata l’escursione all’interno del Parco di Portofino, alla scoperta dei due principali tipi di rocce del Promontorio che ne hanno condizionato le forme e la vegetazione: una vera e propria “montagna affacciata sul mare”, costituita dal conglomerato di Portofino e dal Calcare del Monte Antola, dove la vegetazione e la fauna sono uniche e strettamente legate alle scogliere a picco sul mare, alle cavità nel conglomerato e alle sorgenti d’acqua dolce.